giovedì 1 maggio 2014

"Festa del Volto Santo" detta anche "Festa della Benedizione"


Festa della Benedizione

Domenica in Albis

Ogni anno a Tagliacozzo viene celebrata un'antichissima festa religiosa in onore del Volto Santo di N. S. Gesù Cristo, festa che coinvolge e rende partecipi tutti i cittadini, le autorità civili, religiose e i bambini.
Questa festa, popolarmente chiamata "Benedizione", cade nel giorno della Domenica in Albis (prima Domenica dopo Pasqua).
Punto di riferimento è la Chiesa Madre dei Ss. Cosma e Damiano che vede annesso il Convento delle Monache Benedettine. Sono proprio le monache che custodiscono durante l'anno, questo antichissimo quadro raffigurante il Volto di Gesù rimasto impresso sul panno della Veronica durante il noto incontro sulla via del Calvario.
Questo quadro sembra essere una delle rarissime copie di quello "ufficiale" conservato nella Basilica Vaticana.
Sul retro del quadro c'è scritto: "Questa Sacrosanta Immagine l'ha toccata il Sacratissimo Volto Santo di Nostro Signore Gesù Cristo che si conserva nella Basilica Vaticana in Roma ed è la sua vera effige".
Molto probabilmente questa preziosa immagine venne donata dai Duchi Colonna alla Città di Tagliacozzo, disponendo che fosse custodito nel Monastero delle Benedettine.
I festeggiamenti iniziano il sabato pomeriggio: viene celebrata una Messa solenne, presieduta dal Parroco, e alla presenza dell'intera Amministrazione Comunale.
All'inizio della celebrazione, il Sindaco (che in segno di solennità indossa la fascia tricolore), ricevuta dalle mani della Madre Badessa questa preziosa effige, la espone alla pubblica venerazione in una apposita raggera di legno dorata finemente decorato e sormontato da una corona.
Il Sindaco poi chiude a chiave la teca, e da quel momento diviene unico custode del quadro.
Monteranno la guardia ufficiale e faranno da scorta i Vigili comunali e i Carabinieri del locale comando, tutti in alta uniforme.
Il giorno di Domenica verso le ore centrali del mattino, sempre nella Chiesa Madre viene celebrata una Messa solenne officiata, insieme al Parroco e a tutti i Sacerdoti che operano a Tagliacozzo, da un alto rappresentante del clero, Vescovo o Cardinale.
Al termine della celebrazione inizia la solenne processione che dopo aver percorso le vie dell'antico borgo, arriva in piazza Obelisco.
È proprio qui che si rinnova il tradizionale rito della "Benedizione": il Sindaco preso il quadro dalla teca, lo affida nelle mani di uno dei sacerdoti che lo hanno trasportato in processione.
Questo sacerdote deve essere secondo l'uso nato a Tagliacozzo.
Solo ai sacerdoti è data la possibilità di trasportare in processione la raggera e ai cittadini più in vista viene data l'opportunità di sorreggere il sontuoso baldacchino che ombreggia il "reliquiario".
Dall'alto di un balcone, mentre il suddetto sacerdote sorregge il quadro, l'alto Prelato rivolge ai fedeli che riempiono la piazza, l'omelia.
Al termine dell'omelia il sacerdote che sorregge il quadro intona un inno salmodico in latino.
Terminato l'inno l'alto Prelato, prendendo il mano il quadro, impartisce la solenne benedizione.
È proprio in questo momento che avviene uno degli eventi più suggestivi di tutta la cerimonia: in un tripudio di musica, suono di campane, tutti si inginocchiano mentre i bambini alzano verso l'altro i tradizionali "Cavallitti" e "Palombelle" preparati dalle Monache Benedettine.
A suggellare il rito della Benedizione è il tradizionale "Schizzo" dell'acqua della fontana dell'Obelisco: al momento della solenne benedizione i quattro zampilli della fontana vengono mandati fino alla croce che sormonta il monumentale obelisco.
Di nuovo in processione solenne si fa ritorno nella Chiesa Madre dove nel pomeriggio viene celebrata la S. Messa vespertina al termine della quale il Sindaco prendendo il quadro lo presenta a tutti per il solenne omaggio del Bacio, quindi, dopo averlo baciato a sua volta, lo riconsegna alla Madre Badessa che insieme alle consorelle lo custodiranno fino alla prossima Domenica in Albis.




giovedì 6 febbraio 2014

da vedere

 Il Castello:
Era situato sulle pendici del monte Civita e rappresentava un naturale presidio al territorio. Probabilmente sorse nell’XI secolo, sulle rovine di un’austera fortificazione degli Equi. E’ una costruzione quadrangolare che resse con alterne fortune fino al XVII secolo assieme all’antica chiesa di S. Cecilia. Oggi è in totale rovina.
Le cinque porte: La città che si sviluppa all’interno delle mura aveva 5 porte: Porta Romana verso Roma; Porta Valeria all’opposto; Porta S. Rocco adiacente ai Palazzo Ducale; Porta da’ Piedi (o Porta dei Marsi) nel paese basso e Porta Corazza verso il fiume Imele. Le ultime due probabilmente nacquero, in relazione all’ampliamento del paese, alla fine del XIV secolo.

Chiesa di S. Maria del Soccorso

E’ citata nella bolla del Papa Pasquale II, datata 25.02.1115 (allora chiamata S. Maria in Furca perché situata in una gola di montagna e cioè tra i monti, Arunzo e Civita). Dell’antica chiesa restano solo due locali posteriori. Nell’arco dei secoli subì vari interventi di ristrutturazione e fu diversamente ornata e affrescata. Taluni dipinti sono di pregevole fattura. Da ricordare che la leggenda vuole la Chiesa costruita da Carlo D’Angiò per ringraziare la Madonna della propria vittoria su Corradino di Svevia. Tale leggenda e però fasulla giacche la Chiesa è sicuramente più antica della battaglia.


Le antiche parrocchie
Nel paese alto sono ancora visibili (e funzionanti in talune occasioni) le antiche parrocchie. Esse sono: 
S. Egidio (che alcuni vogliono risalente al 1188 in quanto sarebbe citata in una bolla papale) con caratteristici blocchi di pietra e con l’interno baroccheggiante; 
S. Nicola, risalente al 1074 con un interno curato, con cassettonato ligneo e pregevoli dipinti; 






S. Pietro, citata nella suddetta bolla del 1188, di stile romanico e lunette decorate; 


S. Antonio Abate, risalente probabilmente alla prima metà del ’400, dipendente dall’Ordine Costantiniano.





SS. Cosma e Damiano La chiesa più antica e più ricca di pregio. Risale sicuramente all’VIII secolo. Annessa al collegato monastero, presenta uno stile romanico. Apparteneva all’ordine dei Bendettini di Montecassino e fu causa di lunghe contese tra il papato e il vescovo  dei Marsi. Ospitò, alla fine della sua vita, il beato Oddo da Novara, monaco certosino che vi morì e vi fu sepolto. Fu sede di culto intenso, con diritto di seppellirvi i defunti per più di un secolo, dal 1230 al 1380. Importanti sono le opere artistiche che ne fanno parte, con particolare riferimento al portale, al rosone, al campanile, alla facciata, all’altare centrale. Significativi anche i dipinti di autori non di secondo piano. L’annesso, austero monastero di pari antichità è tuttora sede di monache di clausura. Vi è custodito il quadro detto “Volto Santo“, riproduzione della Veronica del Cristo, icona molto venerata dai fedeli cui è dedicata anche una importante festa.
 
Palazzo Ducale: E’ il capolavoro dell’arte cittadina, molto depauperato da incuria e da interventi inappropriati è oggi in fase di restauro. Risale al XIV secolo e fu sicuramente terminato il 20 aprile 1336, come emerge da un contratto reperito in Roma, rogato da Orso Orsini. Inizialmente aveva un solo piano; fu elevato ed ingrandito da Roberto Orsini nella seconda metà del ’400. Altre modifiche furono apportate quando passò dalla famiglia Orsini ai Colonna ma restano i simboli di entrambe le famiglie su tanti particolari dell’edificio. Sono moltissimi gli elementi che testimoniano la bellezza artistica del Palazzo: le finestre istoriate, le bifore, le sale ornamentali, i dipinti, gli scaloni e particolarmente la Cappellina centrale ove sono ancora visibili affreschi di grandissimo pregio. Altri affreschi ed altri ornamenti sono conservati al Museo di Celano per consentire nel Palazzo Ducale i lavori di restauro.

II Teatro Talia: Inizialmente convento benedettino, poi soppresso nel 1652 e adibito a teatro nel 1686. Deturpato da un incendio nel 1860 fu ristrutturato e riaperto nel 1888. Con alterne fortune continuò ad essere utilizzato come teatro e finanche come cinematografo. Nuovamente deteriorato da un incendio nel 1960 è stato, dopo lunghe vicissitudini burocratiche, riaperto, totalmente restaurato e rinnovato, nel 2002. Ha una sobria ed elegante facciata con un bel frontone. Con tre ordini di palchi, può ospitare circa 220 persone.

Chiesa e Convento di S. Francesco: La Chiesa viene datata al 1115 per essere citata in una bolla papale con il nome di S. Maria in Eloreto o anche extra Moenia. Ricostruita nel XIII secolo fu dedicata a S. Francesco, la cui presenza in Tagliacozzo sembra però non del tutto certa. Sicuramente viene citata in un’altra bolla papale nel 17.06.1252. Fu impreziosita dagli Orsini e poi dai Colonna. Fu poi ristrutturata all’inizio del ’600 anche con la costruzione del chiostro adiacente, affrescato, interamente e pregevolmente, con vicende della vita di S. Francesco e genealogia francescana. Resa barocca nel XVIII secolo con evidente stacco rispetto al passato, fu chiusa per effetto degli editti napoleonici nel 1809 ed adibita a servizi comunali vari. Restaurata nel 1960, con ritorno alla iniziale sobrietà, ha ripreso la sua vocazione di sede francescana. Bellissimi la facciata e l’antichissimo portale; davvero un capolavoro il rosone gotico con fregi orsiniani. L’interno è spazioso ed austero con molti lavori bronzei e lignei. Ospita la tomba del Beato Tommaso da Celano, primo biografo di S. Francesco.
Piazza Obelisco: una delle piazze più armoniche di tutto l’Abruzzo, è il centro pulsante della città sin da tempi lontani. Prima chiamata Piazza da’ Piedi. E’ contornata di eleganti palazzi, taluni ben ristrutturati ed altri in un certo degrado. Si notano interessanti bifore, un loggiato con archi a tutto sesto e finestre rinascimentali. Nel passato era circondata da portici con pilastri, chiusi poi nel 1810 per ordine di Gioacchino Murat, Re di Napoli. Al centro vi era il “Pilozzo“, sedile di pietra per debitori insolventi esposti alla pubblica gogna. Verso il 1825 fu sostituito da una fontana con obelisco in onore di S. Antonio da Padova, protettore della città.

Chiesa della Misericordia: Dedicata a S. Giovanni decollato è datata al XVI secolo; interessanti il portale ed il timpano ed alcuni dipinti all’interno. E’ sede territoriale dei Cavalieri di Malta.

Chiesa dell’Annunziata: Anticamente molto piccola e sede ospedaliera. Riscattata dai domenicani – il 06.12.1584
che la ricostruirono. II pregevole portale d’ingresso o quello di un’antica chiesa della zona, fondata nel 1475 da Roberto Orsini e dedicata a S. Giovanni Battista. Fu più volte ristrutturata, ivi compreso il convento annesso, poi soppresso nel 1809. Alquanto pregiati i dipinti all’interno.


Santuario di Maria SS dell’Oriente: Collocato nelle immediate vicinanze di Tagliacozzo, risale al XIV secolo se non al XIII, epoca della sacra immagine ivi venerata, scampata alla furia iconoclasta di Leone III Isaurico e pervenuta avventurosamente in Italia. La Chiesa fu più volte ristrutturata e in modo radicale nel 1868. Coevo a tale epoca fu creato il convento dei Frati minori francescani, ultimato nel 1913. Quasi distrutti dal terremoto del 1915, chiesa e convento subiscono altri restauri terminati nel 1978. Pregevoli le decorazioni absidali e
quelle della navata e della cupola. In alcuni locali è ospitato un pregevole Museo con molti interessanti reperti archeologici, libri antichi e preziosi ex voto.

sabato 1 febbraio 2014

alba autunnale


Alba a Tagliacozzo
Questo è ciò che si può ammirare in autunno, al mattino, prima che si veda il sole
L'alba ci offre un cielo meraviglioso
E' uno spettacolo che dura pochissimi minuti......